Twitter e il Barça… Cos’hanno in comune?

Alla fine cedono proprio tutti. Almeno per quanto riguarda la pubblicità sembra proprio di sì.

Si tratta di un tema che era già stato affrontato in questo Blog parlando delle differenti sorti di giornali on-line con e senza pubblicità (questo il link al post in questione).

Ora ecco la notizia sensazionale, nei limiti di quanto può essere sensazionale parlare di pubblicità on-line: uno degli ultimi baluardi dell’Internet free, libero da pubblicità, banner, sponsor e inserzioni, e cioè Twitter, probabilmente capitolerà.

Questo è l’articolo di Repubblica.it che spiega come anche dalle parti del colosso dei “cinguetii” si stia pensando molto concretamente di monetizzare la popolarità del sito con l’ingresso della pubblicità.

In effetti, come spiega l’articolo, Continua a leggere

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Da un capannone di Castiglion Fibocchi a uno studio in Piazza di Spagna.

 La storia si ripete, la classe politica è la stessa; ma l’informazione?

Sono bastati trentanni per dimenticare la sconvolgente scoperta della lista dei piduisti, in un cassetto di un ufficio della ditta “Giole” di Castiglion Fibocchi?

Se qualcuno avesse la memoria corta o un po’ offuscata, proprio in questi giorni, a 30 anni e un mese di distanza, ecco che la storia si ripete: da P2 a P4, diciamo una P2 al quadrato, che rifonda se stessa e architetta ancora, o forse non ha mai smesso di farlo, di gestire dall’alto il nostro Stato.

Luigi Bisignani, che per la cronaca faceva parte anche della lista del 1981, dalla sua stanza, nemmeno troppo segreta, in pieno centro a Roma, muoveva i fili di tutto ciò che riguardava politica, economia, informazione, servizi segreti: in una parola, potere.

“Gigi” come nuovo Licio, o forse anche oltre.

Ma il 2 novembre 2010 “il nostro eroe” cadde in errore Continua a leggere

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verifichiamo la verifica

Sempre puntuale e preciso, il filosofo e studioso Carlo Galli pubblica oggi su Repubblica.it un’analisi sulla parola del giorno: VERIFICA.

Ecco il link

Ma che significato ha questa volta? C’è qualcosa da verificare veramente?

Se uno straniero avesse ascoltato anche un breve resoconto della domenica padana “tra salsicce e birra”, come avrebbe potuto credere di essere al raduno di un partito di governo (il secondo per importanza)?

Striscioni che inneggiavano a un cambio di Presidente del Consiglio, cori offensivi di alcuni esponenti del partito contro alleati (e avversari), imposizione di condizioni e ultimatum quasi si fosse in guerra, richiami, accolti anche dai “capi”, alla secessione … e dopo?

Dopo c’è la verifica e tutto torna a posto… magicamente.

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Le “pietruzze” di uno scrittore

Ecco uno stralcio video dell’intervista a Roberto Saviano realizzata da Repubblica Tv (qui tutti i video)

“Quello che sta avvenendo è una sorta di mutazione dell’indifferenza

“…non c’è più quell’atteggiamento di distanza…”

“Le nuove generazioni vogliono in qualche modo decidere del loro destino, prendendo atto di quello che sta accadendo, e decidendo. Tutto questo credo che abbia un sapore rivoluzionario… la rivoluzione liberale cioè parlare all’altro… questo è quello che sto vedendo e sto sentendo, e credo che sia incredibilmente bello, cioè voglia di far capire, capire, parlare.”

Forse non c’è molto altro da aggiungere a queste parole di Saviano.

Gli scrittori a volte sono delle sentinelle: ci svegliano nell’imminenza di un pericolo, oppure ci fanno osservare con attenzione l’orizzonte, mostrandoci la “terra” dopo un lungo andar per mare.

Le frasi sono pietruzze che lo scrittore getta nell’animo del lettore. Il diametro delle onde concentriche che esse formano dipende dalle dimensioni dello stagno.

(N. G. Dàvila, In margine a un testo implicito, Milano, Adelphi, 2009, p.23.)

Lasciamo che le onde vadano libere nei nostri stagni.

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Affluenza ore 12, 19 e 22…

Domanda: quanto influiscono i dati sull’affluenza alle urne durante lo svolgimento di un referendum?

Mi vengono in mente varie possibili situazioni in cui la conoscenza dell’affluenza può risultare un dato decisivo:

Prendiamo solo questo caso come esempio. Un cittadino qualunque, non del tutto convinto di andare a votare (e abbiamo visto dai sondaggi degli ultimi giorni che gli indecisi per il Referendum del 12 e 13 giugno erano davvero molti), si sveglia questa mattina verso le undici. Orario molto gettonato in Italia per la Domenica mattina. Il nostro cittadino accende la tv o il computer e, ancora assonnato, si informa sulle notizie del giorno. Ce n’è una che, alle 12 in punto, attira la sua attenzione: i dati sull’affluenza alle urne del referendum, per il quale il nostro cittadino è, come abbiamo detto, ancora incerto. Bene, supponiamo, come è successo effettivamente questa mattina, che il dato sia un 11,6% di affluenza, che con proiezioni, calcoli e confronti con il passato, viene giudicato un buon, se non ottimo, risultato per raggiungere il quorum (guardate per esempio le previsioni su questo blog).

Ecco, è del tutto impossibile che il cittadino indeciso pensi, dentro di sè, “Bene dai, ce l’abbiamo fatta… Non serve neanche che mi vesta per andare fuori a votare. Meglio così.”? Oppure, rivoltando, ma neanche di tanto, l’orientamento del nostro indeciso tipo, non potrebbe pensare così: “Però! Già così tanti che hanno votato… Non sarei andato comunque, ma a questo punto, a maggior ragione, è già tutto deciso… Sto a casa.”? Secondo me non è del tutto impossibile che tanti indecisi si comportino così.

E’ chiaro che ho la speranza che non siano poi così tanti gli indecisi e che in generale non basti così poco per far desistere un cittadino italiano dalla sua decisione di votare (che sia un Sì o un No). Però, a mio modo di vedere, soprattutto nell’era delle informazioni istantanee e pervasive, fornire dati sull’affluenza a un referendum prima della chiusura dei seggi potrebbe esercitare un’influenza significativa (in un senso o nell’altro come abbiamo visto dall’esempio).

Ma questa non vuole essere una polemica: è semplicemente un dubbio. Mi si dirà che anche per tutte le altre votazioni (dalle elezioni politiche fino a tutte le amministrative) i dati dell’affluenza vengono resi pubblici?! Penso che sia diverso.

Così come nelle altre elezioni i dati sugli exit-poll, per esempio, sono vietati fino alla chiusura dei seggi (per non condizionare l’elettorato appunto), credo che, in occasione dei referendum, fornire i dati sull’affluenza (e quindi sull’eventuale raggiungimento del quorum) sia una mossa rischiosa e comunque che crea “disturbo”.

Pensandoci forse c’è un modo per evitare questo condizionamento: se ogni referendum raggiungesse sempre il quorum (cosa che denoterebbe lo “stato di salute” della democrazia di un Paese), allora non sarebbero più i dati sull’affluenza quelli decisivi e baserebbe tenere segreti gli esiti delle votazioni.

Se votassimo tutti, questo problema di “condizionamento” saremmo noi cittadini a risolverlo!

E ora… aspettiamo il dato sull’affluenza delle ore 19: ( ANSA e Ministero dell’Interno )… non da indecisi!

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